Paolo Degasperi interview - Photography and polaroid -









    Paolo Degasperi interview:

    -  Why do you decide to focus your work mainly on Polaroid? What do they rapresent for you?

    A big part of my snapshots are been shooted between 1996 and 2001. During this period I had a big interest for Polaroid that is a camera that costs 30 euros, with one button, 10 click, brutal flash and a plastic lens. Do something artistc with this camera means win a great challenge. First shoots demoralized me, but  after I starter reasoning on the meaning of the istant, on the time, on the shoot sequence, and on the links that can be created between different combinations of images. What affascinated me was to take the istantaneity away from the Polaroid 600. Deprivind it of its main characteristics and of its being withiout denied it. My Polaroids are so far from being istant shoots, even if they are istant shoots, or time fragments.

    - What do you want to  comunicate with wour works? And what are you looking for with your art?

    I like to look at my works as a stone throw down a pond. I think that one of my photo is a good photo when it creates “weaves” in the watcher’s mind. The pond differs accordino to people, the stone remain the same, and the waves vary for every throw. The more my works are open, the more my works are meaningful, the more the numbers of meanings that can be given to them. I’m not interested in given them a title, or suggest an interpretation for them. I’d like that the work’s interpretation reamains an active and intimate think for the spectateur. It’s up to everyone to find a reason to love a shoot rather than an other. If this happens, i will find what I’m looking for.
    By my side, I’m not sure of what I’m looking for, probably it’s better say that it’s the shoot to looking for me.

    - Are you attached to a work or project, in particular?

    There are lots of shoots to whom I’m attached because they pass through places and moments. I love mix them, combining photos of different years, far places and contrasting moments. There was a moment in my life in which I used to like a lot what is defined “fresch fish” in the market, that in the reality it is dead. In the shoot people see that is dead, but it happens rarely that a thought different from the fried dish smalling on their noses comes up to their mind  I’m not a fanatic animal right activist, but I lke suggesting messages. For example, the Polaroid game named “shortcircuit” in which one photo run after the other without any start or end.
    I also like internal architecture and past life marks found in places. If I have to choose one than I will prefere “Bodyscapes”, body’s part macro shoot that remaind to landscapes such as caves or lakes.

    - Why?

    Because I can’t get bored of them.

    - Finally, if being interviewed what question will you ask to yourself? And can you answer please?

    Ok, here I’m not good, so I will start from the answer, that is the thing it is worth always saying while watching a photo and then we will find the question..
    I’like to thing to photography as a magic that is able to put together the time, the light and the moment. Photography setaches things surface and as they interact with light.  The power of the magic is so strong that preserves  and grows during the time. The older the photo is, the stronger its power becomes. Photography is made of our same things: bodies that will vanish in the corse of time.
    The soul couldn’t be  shot  and it tremales faceing the greater invention of ever because it recognize to be there where it vanishs.
    So, coming back to the begining the question is: why have you been fascinatine from photography?

    Intervista con Paolo Degasperi:

    - Perché il suo lavoro si focalizza principalmente sulle polaroid? Cosa rappresentano per lei?

    Gran parte delle mie fotografie istantanee sono state scattate tra il 1996 e il 2001. Ho avuto in quegli anni un intenso interesse per la polaroid perchè mi ero imposto di sfidare il medium fotografico partendo dal suo "gound zero": lavorare con una macchina fotografica polaroid e la polaroid a sviluppo istantaneo a sandwich mi avrebbero costretto a confrontarmi con la sola inquadratura. La polaroid 600 è una macchina fotografica da 30 euro, con un bottone, 10 scatti da sparare, un flash brutale e un obiettivo in plastica. Fare qualcosa di artistico così sarebbe stato vincere una bella sfida. I primi scatti sono stati avvilenti. ma poi accogli la sfida e ti appassioni. Ragioni sul significato dell'istante, della sequenza di scatti, delle relazioni che possono instaurarsi nell'accostare tra loro foto che hanno tutte la medesima cornice bianca, ragioni sul tempo oltre lo scatto e via dicendo. Personalmente mi ha affascinato togliere alla polaroid 600 l'idea di istantaneità. Privarla del suo essere, senza negarla. Le mie polaroid sono la cosa più distante possibile da una foto istantanea, seppur ogni foto è un'istantanea, un frammento di tempo.

    - Cosa cerca di comunicare attraverso la sua arte? e di cosa è in cerca con i suoi lavori?

    MI piace pensare alle mie foto come ad un sasso lanciato nello stagno. Credo che una mia foto sia riuscita quando genera le onde nell'acqua della mente dell'osservatore. Lo stagno è diverso per ogni persona, il sasso lo stesso, le onde sempre varie ad ogni lancio. Più le mie foto sono aperte, più sono significanti e maggiore è il numero di significati che possono prendere. Non mi interessa infatti dare loro un titolo: non voglio nemmeno suggerire una interpretazione. Voglio che l'osservazione sia una cosa attiva e privata dello spettatore. che ognuno trovi un motivo per amare uno scatto piuttosto che un altro. Se questo succede ho trovato quello che cerco. Dal lato mio, invece, non saprei cosa cerco. Più spesso è quello che esce dalle foto che faccio che cerca me.
    Talora una sensazione, talora un vuoto, altre volte un pieno. Non parto cercando, mi sforzo di essere pronto ad essere trovato. Si tratta di acuire i sensi in modo da accorgersi di essere trovati quando succede.

    - C'è un'opera, o un progetto, alla quale è particolarmente affezionato? 

    Sono affezionato a molti scatti perchè passano attraverso molti luoghi e posti e momenti. Adoro mischiarli ed accostare in combinazioni casuali foto di anni diversi, luoghi distanti, momenti opposti. Scattano cose che non pensi e nascono connessioni da sole. C'è stato un periodo che amavo molto quello che al mercato viene chiamato pesce fresco: e che è pesce morto. Nelle foto si vede che è morto, ma raramente ci si spende un pensiero diverso dalla frittura che già ti profuma nella mente. Non sono un fanatico animalista, solo mi piacciono i messaggi suggeriti. Come il gioco di Polaroid intitolato "cortoCircuito" in cui le foto si rincorrono una dentro l'altra senza origine nè fine.
    Mi piacciono anche gli interni architettonici e i segni delle vite passate nei luoghi, ma credo che se dovessi indicartene una sola, preferirei su tutte la serie "Bodyscapes", le riprese macro di parti del corpo che assomigliano a paesaggi, come grotte o laghetti.

    Perché?

    Perchè non riescono a stancarmi: il che significa che sono davvero foto riuscite.


    - Infine, quale domanda si farebbe se fosse intervistato? E potrebbe gentilmente rispondere?

    Qui non sono bravo: per cui prima ti dirò la risposta, che è la cosa che penso valga la pena dire, sempre, quando si guarda una foto. E poi ne tiriamo fuori la domanda...

    Mi piace pensare alla fotografia come ad una magia che riesce a legare insieme l'attimo, il tempo, la luce. Stacca la superficie delle cose e come queste interagiscono con la luce, fermandole. Il potere magico è talmente forte che parte di questa magia si conserva e rigenera per sempre: il suo potere non si esaurisce mai ed anzi cresce nel tempo. Più è vecchia la foto più il suo potere è forte. La fotografia è fatta delle stesse cose di cui siamo fatti noi: corpi nel tempo che svaniscono. L'anima che la foto non riesce a fermare trema sorpresa davanti alla più grande invenzione di sempre perchè riconosce di esistere là dove sparisce. 

    Quindi, tornando a noi, potremmo dire che la domanda è: cosa ti affascina della fotografia?

    I apologize for my English, but the text is very complex. For anything that you coudent’t understand, please ask and also if you are interested to something particolar.
    See further works of the author on www.paolodegasperi.it a gallery completely dedicated to polaroid artworks!



    Above some of the polaroids of the series "bodyscapes"






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